

La Tenuta di Arnovecchio confina colla “colmata d’Arnino”. Là c’è il segno di un fabbricato, eretto sopra a un poggio, casa e podere dei Santochi, tuttora loro colonìa. Era un’isola-eremo, paradiso dei cacciatori ivi sostanti a vedere il gran lago invernale che circondava Casa Santochi. Da tale podere prendeva inizio quell’immenso guado chiamato “Lama Larga”, spesso profondo uno o due metri e che non aveva soluzione di continuità fino al Calambrone. Così dicasi il grande acquitrino che congiungeva la colmata d’Arnino collo Scalbatraio e con il Lamone: lo Scalbatraio, che era riserva di pesca dei Lorena, era più per le reine e le anguille che per le scalbatre che era pesce da… serie C. . Fra lame, colmate, piscine, canali, guadi, ecc. nonché i vastissimi laghi detti Lamone o Lama Vecchia e Scalbatraio, il terreno emerso, d’inverno in specie, si riduceva a meno della metà. Ricordo di aver messo in acqua il mio barchino da caccia vicino alla casa detta dei Cipollini e di essermi potuto trasferire, sempre a bordo, quasi indenne da traino all’asciutto col barchino stesso fino a Cornacchiaia nei pressi di… Livorno.» .
una deviazione verso il Podere Santochi merita… arrivati all’altezza della via del ragnaino andando verso marina vedrete alla vostra sinistra una siepe che si interseca a 90 gradi con la ciclabile e procede verso sud. Imboccare il sentiero che la costeggia è il modo migliore per arrivare al Podere santochi..quando la siepe finisce prendete verso destra e dopo un centinaio di metri ci sarete. La casa Santochi è ancora li, certo attorno oggi ci sono solo campi, per lo più coltivati e ben tenuti. Dovete lavorare un po’ di fantasia…. i colori e il paesaggio sono bellissimi anche oggi, ma se guardate verso lo scalbatraio, insomma verso livorno, dovete immaginare che qui una volta era tutto allagato. Eugenio Niccolini (un grande scrittore venatorio, fu anche ministro del Regno) racconta storie di caccia, di lunghe nottate tra lame e cotoni, con il cielo che talvolta si copriva tutto delle oche che si alzavano in volo spaventate. Questa vasta zona umida era luogo di migrazioni e paradiso dei cacciatori.
Quei signori nullafacenti (o poco facenti) che popolavano le serate danzanti all’Hotel Ascani, sul lungomare di Marina, si racconta che cominciavano ad andare a letto quando da qui, da questa campagna, arrivano i tuoni delle scoppiettate (degli altri nullafacenti che cacciavano).