
l voto del 14 e del 15 maggio ci consegna un quadro allarmante sul piano della partecipazione dei cittadini alla vita politica della città. L’affluenza, in calo rispetto alle scorse elezioni amministrative di due punti percentuali, è stata nettamente inferiore rispetto alle politiche del 2022, con circa settemila persone che hanno deciso di non recarsi alle urne a distanza di pochi mesi.
Quasi la metà dei cittadini pisani ha ritenuto insufficiente qualsiasi proposta politica, questi dati non possono essere ignorati e devono rientrare pienamente nel dibattito pubblico e nei programmi delle forze politiche, attraverso azioni concrete che riducano la distanza tra cittadino, politica e pubblica amministrazione.
𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗲𝗿𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗳𝗶𝗱𝗮 𝗮𝗹 𝗯𝗮𝗹𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝘀𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝘂𝘀𝗰𝗲𝗻𝘁𝗲, 𝗠𝗶𝗰𝗵𝗲𝗹𝗲 𝗖𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶.
Negli anni abbiamo più volte evidenziato come la giunta Conti abbia lavorato proprio per escludere intere fette della popolazione dal vivere pienamente la città, ne sono un esempio: l’uscita dalla rete Ready, il rapporto conflittuale con il mondo del terzo settore, la scelta di abolire i Consigli di Partecipazione Territoriale senza presentare alcuna valida alternativa.
Le scelte politiche portate avanti sono state costituite principalmente da bonus, sostituendosi a politiche di finanziamento strutturali sui servizi al cittadino, e da interventi calati sempre più dall’alto, da progetti in cui erano assenti analisi del contesto e dei bisogni, ascolto e dialogo con i cittadini e studi di fattibilità.
Queste scelte non sono solo di natura economica, ma sottintendono un’idea di città dove la relazione è sfumata, individuale, non sistematizzata, molto spesso opaca.
𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑜 però l’altra faccia di questa gestione amministrativa, fatta di multe a chi semplicemente si sedeva, di idropulitrici scagliate addosso agli studenti.
𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑜 i manifesti contro la costruzione della Moschea, i consiglieri che colpevolmente restavano seduti durante le commemorazioni del Giorno della Memoria, di reazioni scomposte contro l’Università durante l’emergenza pandemica.
𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑜 il volto più intollerante, escludente e ostile di questa amministrazione.
𝑁𝑜𝑛 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 la gestione della sicurezza che cinque anni fa ha permesso all’attuale sindaco di Pisa di vincere. Ma oltre lo spot delle sedi decentrate, spesso vuote, dislocate nei quartieri della polizia municipale, quello che possiamo constatare è una città in cui la sicurezza resta un tema irrisolto e le proposte della giunta Conti sono risultate di fatto inefficaci.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗶𝗼̀, 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮, accogliente, inclusiva, fatta di comunità che partecipano attivamente alla crescita e allo sviluppo dei quartieri e della città.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 che curi le relazioni, combatta le povertà e le marginalità, con presidi sociali territoriali, dove si ricostruiscano i rapporti di prossimità.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 che si occupi dell’emergenza affitti, delle morosità incolpevoli che attanaglia numerosi cittadini, di spazi verdi curati nei quartieri, di crescita e sviluppo sociale ed economico anche nelle zone più periferiche.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 aperta, europea, che investa sui giovani, che metta al centro cultura e tempo libero, fatta di biblioteche aperte, di rete museale messe a sistema, di ludoteche, di scuole aperte, di azioni programmate con l’associazionismo e il terzo settore.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 accessibile, sostenibile, che intercetti fondi e bandi nazionali ed europei, per rigenerare e rivitalizzare le aree più degradate della città in spazi di comunità, dando così anche possibilità lavorative.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 ambientalista, attenta alla mobilità e al turismo sostenibile, attenta alla transizione ecologica, che faccia delle proprie risorse naturali e ambientali un punto di forza da rilanciare e non un limite da contrastare, partendo dal ruolo centrale del Parco e dalla sua tutela.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 con quartieri vivi e non desertificati, dove possano essere reali e concrete le opportunità di crescita e sviluppo del territorio, con un patto tra le diverse componenti socioeconomiche che le animano.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 dove le differenze non vengano viste con diffidenza, ma rappresentino una vera e propria opportunità per costruire una città multiculturale e internazionale.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 in cui si voglia restare e in cui si decida di venire a stare, per studiare, lavorare, vivere.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 che non si basi più sul lavoro insicuro e precario, che contrasti il lavoro nero o basato su appalti al minimo ribasso, che crei reali opportunità di investimento e sviluppo.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 trasparente, che metta al centro la partecipazione democratica ripristinando i Consigli Territoriali e investendo reali risorse per il loro funzionamento.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 che sia città di solidarietà, di accoglienza, di dialogo, di ascolto e di pace.
𝗖𝗿𝗲𝗱𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗣𝗶𝘀𝗮 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮 e crediamo che Paolo Martinelli possa incarnare tutto questo, perché sappiamo che serve un buon Sindaco, per fare di Pisa la città non solo del presente, ma anche del domani.
𝗣𝗲𝗿 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘂𝗻 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗮𝗹 𝘃𝗼𝘁𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝘀𝗲𝗴𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗳𝗶𝗱𝘂𝗰𝗶𝗮 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀, 𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘂𝗿𝗻𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗲𝗻𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼: 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗼 𝗠𝗮𝗿𝘁𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼.
𝘼𝙧𝙘𝙞 𝘾𝙤𝙢𝙞𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙋𝙞𝙨𝙖
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